Microscopio composto di Amici


Giovan Battista Amici (1786-1863) è stato uno dei più importanti costruttori di strumenti ottici; egli ebbe soprattutto il merito di contribuire notevolmente allo sviluppo del microscopio con l'invenzione dell'obiettivo acromatico a grande apertura e di quello ad immersione. La sua notorietà era tale che il suo laboratorio, sito in Modena sino al 1830 e poi trasferito a Firenze, fu visitato da molte persone illustri, fra queste egli annotò, nel 1825 e nel 1829, il Re e la Regina delle Due Sicilie. In occasione della prima visita egli regalò al Re un microscopio, che nel trasporto a Napoli fu seriamente danneggiato; Amici provvide alla sua riparazione e lo rispedì a Napoli il 10 settembre 1825, con la lettera qui trascritta. Il 25 settembre 1835 il microscopio del re Francesco I viene immesso nel Gabinetto di Fisica del Re, proveniente dal Reale Appartamento.
Durante oltre 45 anni di attività Amici costruì circa 350 microscopi di vari tipi, ma i più richiesti erano quelli acromatici, di cui ne realizzò circa 40, tra il 1826 ed il 1850, sia in configurazione orizzontale sia verticale.
Il microscopio descritto è del tipo acromatico ed adotta la disposizione orizzontale del sistema oculare. In effetti un'alternativa al microscopio a visione verticale fu, per un breve periodo, il microscopio a visione orizzontale, il cui fine era quello di facilitare le osservazioni. In tale tipo di microscopio i raggi uscenti dall'obiettivo, che ha l'asse ottico verticale, vengono deflessi in direzione orizzontale mediante un prisma a riflessione totale.
Il preparato si pone su un porta-oggetti, dotato di movimenti orizzontali, per il posizionamento, e verticale per la messa a fuoco; esso può essere illuminato sia con luce incidente, mediante una lente convergente, sia in trasmissione, servendosi di uno specchio concavo.
L'obiettivo è andato disperso.

Firenze 1830 c.
G.B. Amici
Altezza totale 36 cm.


Microscopio polarizzante di Amici
La Collezione dei Microscopi
Ingresso Museo