Museo di Fisica di Bologna: Elettromagnetismo

L'elettricità e il magnetismo si svilupparono nel '700 con lo
studio dei fenomeni elettrostatici e magnetostatici e con la
loro interpretazione in termini di forze a distanza, sulla
base del modello gravitazionale newtoniano. Risale a questo
periodo l'ideazione di varie macchine elettrostatiche.
L'invenzione della pila da parte di Volta, con conseguente
disponibilità di correnti elettriche continue, consentì
di pervenire, nella prima metà dell'800, alla scoperta degli
effetti termici, chimici, elettrodinamici e magnetici della
corrente. Questi ultimi, in particolare, portarono
all'unificazione di elettricità e magnetismo.
La ricerca sulla natura di questi fenomeni - per il cui chiarimento fu fondamentale l'opera di Faraday - ebbe come esito,
nella seconda metà dell'800, la teoria con cui Maxwell
interpretò le forze tra cariche, correnti e magneti come
prodotto dell'azione di campi elettromagnetici. Maxwell
dedusse che anche la luce doveva essere un processo della
stessa natura. Con l'osservazione delle onde
elettromagnetiche previste dalla teoria di Maxwell e con la
teoria dell'elettrone elaborata da Lorentz
l'elettromagnetismo raggiunse, alla fine dell'800, un elevato
grado di sviluppo, al punto da poter contendere alla meccanica
il ruolo privilegiato che fino ad allora quest'ultima aveva
svolto in modo incontrastato. Contemporaneamente esso aprì
grandi prospettive nel campo delle telecomunicazioni.
ARCHIVIO FOTOGRAFICO
STRUMENTI ELETTRICI
MACCHINE ELETTROSTATICHE
HOME PAGE DEL MUSEO DI FISICA