Museo di Fisica di Bologna: Il XIX secolo

Durante il periodo napoleonico, caratterizzato da grandi
sconvolgimenti politici e istituzionali, il Gabinetto di Fisica
perdette parte del suo materiale a causa di spoliazioni,
ma acquisì nuove dotazioni provenienti dalle soppresse
Congregazioni Religiose. La raccolta di questa nuova
strumentazione fu curata da Giovanni
Aldini (1762-1834),
professore di fisica sperimentale e nipote di
Luigi Galvani
(1737-1798).
Con il passare degli anni, con la restaurazione pontificia
prima e l'unificazione d'Italia poi, il Gabinetto di Fisica
finì immancabilmente con l'affiancare alla funzione didattica
e sperimentale originaria anche quella pił propriamente
museale. Da luogo di apprendimento e sperimentazione dei
metodi della nuova scienza, il Gabinetto di Fisica divenne sempre
più luogo della memoria, in cui si poteva contemplare la crescita
di una impresa che sulla base dei principi galileiani e newtoniani
si estendeva a campi di fenomeni sempre più ampi.
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