Elettroscopio di Melloni


Questo elettroscopio si basa su un principio diverso da quello dei tradizionali elettroscopi a foglie. Esso, le cui caratteristiche principali sono la grande sensibilità e la capacità di mantenere la carica per lungo tempo, fu ideato da Macedonio Melloni, che ne commissionò la costruzione a Saverio Gargiulo. Lo strumento fu ultimato solo nel 1855, ad un anno dalla morte di Melloni. Il costruttore ne chiese l'acquisto al Gabinetto del Re, come è testimoniato dal carteggio tra Raffaele Napoli ed Imperiali, direttore della Real Biblioteca. Anche se l'elettroscopio non sarebbe stato d'indispensabile bisogno, secondo Giacomo Maria Paci, direttore del Gabinetto Reale, esso fu acquistato alla fine del 1855.
L'elettroscopio è costituito da un sistema di due cilindretti di ottone coassiali, cui sono saldate due asticelle metalliche. Il cilindretto esterno è fisso, mentre quello interno è sospeso ad un doppio filo di seta. Caricando con un conduttore carico il cilindro esterno, si crea una forza repulsiva tra le asticelle metalliche, cui si oppone la forza di torsione elastica dei fili. Il sistema è racchiuso in una custodia cilindrica di ottone, posta su di un treppiedi a viti calanti e chiusa superiormente da una lastra di vetro. Su di essa è innestato un lungo e sottile cilindro d'ottone, che racchiude il filo di sospensione. Il cilindretto fisso, elettricamente isolato, viene caricato tramite una sferetta, cui è collegato metallicamente, posta all'esterno della custodia.

Firmato: "Ultima scoverta del cavalier Melloni, Saverio Gargiulo, Napoli, 1855".
Altezza totale 39 cm


Elettromagnetismo
Ingresso Museo