Gilberto Govi

Fisico, nato a Mantova il 21 settembre 1826, morto a Roma il 30 giugno 1889. Dal 1856 professore di fisica presso l'Istituto Tecnico e l'Istituto di Studi Superiori di Firenze, il 1862 fu nominato professore di fisica sperimentale presso l'Università di Torino. Nel 1875 entrò nel Comitato permanente della Commissione Internazionale del Metro di Parigi e fu nominato direttore del Bureau International dès Poids et Mésures. Rientrato in Italia fu chiamato alla cattedra di fisica sperimentale presso l'Università di Napoli, dove si trasferì nel gennaio del 1879.
Fisico sperimentale di elevata statura si occupò anche di studi storici; tra le sue opere in questo campo si cita "Traduzione e commento all'Ottica di Tolomeo", Torino 1885.


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Macedonio Melloni

Fisico, nato a Parma nel 1798, morto a Napoli nel 1854.
Nel 1839 fu chiamato a Napoli da Ferdinando II di Borbone quale Professore Onorario di Fisica e direttore dell'erigendo Osservatorio Vesuviano, che fu inaugurato nel 1845 in occasione del "VII Congresso degli Scienziati a Napoli". Per il suo coinvolgimento nei moti liberali del 1848 Melloni fu rimosso da tutte le cariche pubbliche; al suo posto, nel 1850, divenne direttore dell'Osservatorio Vesuviano Luigi Palmieri.
Nel lungo periodo che trascorse a Napoli Melloni continuò e sviluppò i suoi studi sulle proprietà dell'energia radiante. Per questi studi ideò un ingegnoso elettroscopio dalle caratteristiche molto diverse da quelle dei tradizionali elettroscopi a foglie. Lo strumento fu realizzato dal costruttore Saverio Gargiulo e completato, nel 1855, dopo la morte di Melloni. Le sue caratteristiche sono riportate in un manoscritto, che Melloni intendeva presentare al Congresso dell'Accademia delle Scienze di Napoli; poiché la morte lo raggiunse pochi giorni prima del Congresso, il suo manoscritto fu letto da Antonio Nobile (1794 -1863), eminente astronomo dell'Osservatorio di Capodimonte di Napoli.


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Luigi Palmieri

Fisico, vulcanologo e filosofo, nato a Faicchio (Benevento) il 21 aprile 1807, morto a Napoli il 9 settembre 1896.
Nel 1847 fu nominato professore di filosofia presso l'Università di Napoli, succedendo a P.Galluppi. Nel 1860 lasciò la cattedra di filosofia a B.Spaventa per assumere quella di fisica terrestre.
Fu nominato direttore dell'osservatorio vesuviano nel 1850, dopo la destituzione di Macedonio Melloni, e nel 1860 direttore della specola universitaria.
Le sue ricerche riguardarono le correnti indotte dal magnetismo terrestre e l'elettricità atmosferica, nonché i terremoti ed i vulcani.
Per i suoi studi ideò e fece costruire, da Saverio Gargiulo nel 1856, un elettrometro bifilare, le cui caratteristiche sono molto simili a quelle dell'elettroscopio di Melloni.


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Giuseppe Saverio Poli

Medico e naturalista, nato a Molfetta il 24 ottobre 1746, morto a Napoli il 7 aprile 1825.
Studiò a Padova tra il 1765 ed il 1770; esercitò a Napoli la professione medica sino al 1776, quando fu nominato prefessore di storia e geografia militare presso l'Accademia Militare. Qui ebbe l'incarico di attrezzare il gabinetto scientifico per il suo insegnamento e per questo compì molti viaggi in vari paesi europei.
Fu quindi nominato professore di fisica nel collegio medico degli "Incurabili" a Napoli.
Durante i suoi viaggi raccolse abbondante materiale zoologico, che costituì la base del pregevole Museo Zoologico dell'Università degli Studi di Napoli.


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Evangelista Torricelli

Evangelista Torricelli nacque a Faenza il 15 ottobre1608 da famiglia modesta. La sua istruzione fu curata da uno zio, Don Jacopo padre camaldolese, sino al 1627, quando a 19 anni si trasferì a Roma.
Qui egli trascorse 15 anni presso la scuola del Padre Benedetto Castelli, studiando la matematica e divenendone il segretario. I suoi progressi furono tali che Padre Castelli, in occasione di un suo viaggio a Firenze, sottopose a Galileo un manoscritto di Torricelli sulla teoria del moto e gli propose di accoglierlo quale aiuto e compagno. Galileo accettò molto volentieri la proposta, per cui il 10 ottobre 1641 Torricelli giunse ad Arcetri.
Il rapporto tra Torricelli e Galileo durò solo 3 mesi; infatti Galileo morì l'8 gennaio 1642.
Il Granduca lo nominò, quale successore di Galileo, "Matematico e Filosofo" del Granduca e gli conferì la "lettura" di matematiche presso lo Studio di Firenze. Nell'ottobre del 1644 viene pubblicata l'Opera geometrica, l'unico lavoro da lui pubblicato in vita; infatti le sue opere, tratte dai manoscritti, sono tutte postume. Muore a Firenze il 25 ottobre 1647, a soli 39 anni; le sue spoglie andarono disperse, in quanto non gli fu concessa "onorata sepultura", ma finì in una fossa comune.

Bibliografia minima
Torricelli, Opere scelte a cura di Lanfranco Belloni, I classsici della scienza, UTET, Torino


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